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Il quadrato dei Conti Robbio di San Raffaele

Nella zona di via Vittorio Emanuele II in direzione di Torino, poco lontano dalla porta del Vajro, esiste un ampio isolato dalla storia molto stratificata. Se lo vediamo oggi, noteremo un palazzo signorile, una fabbrichetta, il palazzetto della Stipel, poi SIP (poi Telecom), alcune abitazioni private. Il disegno descrive una realtà molto più semplice dell’attuale, realtà che va letta con occhio alla trasformazione avvenuta, all’interno, però, di un confine fisico (il muro di cui sopra), che diventa, quindi, testimone prezioso di una antica situazione proprietaria. 
Vi compaiono, come constatiamo con l’aiuto della legenda:

 
 
  • il palazzo dei conti Robbio        
  • il giardino
  • il rio Tepice interno
  • i pubblici abbeveratoi   
  • alcuni mulini: quello dei fratelli Manera e quello di Maffioli (detto di Fiandra)
  • casa e giardino di Michele Oppesso
  • casa del medico Foassa
  • orto del medico Ceppi
  • casa e “tingeria” Calosso
  • altre case private non meglio definite
 

Soffermiamoci sul palazzo signorile: chi erano questi Conti Robbio?
Di antica famiglia, compaiono sui documenti dal secolo XV, si ramificano in almeno due parti, al punto che a Chieri ebbero due dimore,entrambe sulla via Maestra, una all’odierno civico 8, l’altra tra la via e il vicolo Sant’Antonio.   

L’ultimo dei Robbio è l’erudito Carlo Luigi Benvenuto (1736-1794), personaggio ora dimenticato, un grande intellettuale nel Piemonte del secolo XVIII. Sua è una frase che prefigura la stagione delle lotte d’indipendenza, o forse solo una rinascita letteraria, “il nostro imminente risorgimento”, espressione che alle nostre orecchie suona profetica (compare ne “Il secolo d’Augusto, Milano 1769).
Le sue opere principali furono:

  •  Ragionamento intorno all'obbligo d'allattare i propri figliuoli, Milano 1769 
  • Versi sciolti, Torino 1772
  • Apparecchio degli educatori, Torino 1787 
  • Boezio in carcere, Milano 1788 
  • Disgrazie di donna Urania ovvero Degli studi femminili, Firenze 1798
 

Il conte fu anche musicista, e compose e diede alle stampe tra le altre, Sei Sonate a Violino o Cembalo solo composte del Sig.or Conte Benevento di San Rafaele Amatore Virtuoso di Thurino, Paris, De la Chevardière, edite circa nel 1762. 
Nel corso del secolo successivo gli fu intitolata la scuola tecnica di Chieri, molto frequentata, che a molti amministratori pareva essere più importante del Liceo-Ginnasio, del quale si dibatteva nel consiglio comunale alla fine dell’Ottocento.

 

Scheda tecnica

  • Segnatura archivistica: articolo 164 numero 1 
  • Autori:
  • Carlo Antonio Bussi ingegnere e Gioanni Giacomo Vaudano misuratore 
  • Datazione: 1735, settembre 4, Torino 
  • Titolo: : “Tippo
  • del Corso del Rivo Tepide principiante del Molino detto della Muraglia sino al
  • risvolto che forma il modemo inferiormente agli Abbeveratoi fatto in esecuzione
  • dell’Ordinanza dell’Ill.mo Sig.r Avvocato Talpone Giudice della Città di
  • Chieri, in data delli 2 settembre coerente per le differenze vertenti tra della
  • Ill.ma Città di Chieri et il Sig.r Priore D. Maffioli”  
  • Forma: carta rintelata provvista di cornice
  • Edizione: nessuna
  • Restauri: nessuno
  • Mostre: nessuna
 

E-mail: archivio@comune.chieri.to.it
Tel. 011.9428404