Stupisce in archivio un lungo disegno che ci rivela un ambizioso progetto caldeggiato nel secolo XIX.
Il collegamento con Torino è sempre stato arduo, a causa dell’alta collina che separa Chieri dal capoluogo, già capitale del Regno di Sardegna. Tra Sette e Ottocento la strada del Pino era stata ampiamente allargata, diventando la principale via per la città, superando in comodità le numerose “scurse” (scorciatoie) che si arrampicavano per i colli, oggi per la gran parte poco riconoscibili, cancellate dalla mancata frequentazione.

Verso il periodo unitario, la vitalità delle aziende tessili chieresi era così notevole, da rendere assolutamente necessario far giungere merci e persone sulle vie di comunicazione ferroviarie, da pochi anni operative tra Torino e Genova. La soluzione scelta fu di tracciare la via ferrata da Chieri a Trofarello, inaugurata nel 1874 e fonte di notevole prosperità per le fabbriche,sempre più grandi e numerose.

Tuttavia, altri collegamenti solleticavano la fantasia dei chieresi: uno in direzione di Casale Monferrato, uno su Torino attraverso le alture della “montagna di Torino”.

Ebbene, a quest’ultima ipotesi si riferisce in nostro disegno. La stazione di partenza a Chieri si sarebbe eretta a ridosso della via di Cambiano (viale Diaz), ove ora sorgono alcuni alti edifici residenziali. La stazione di arrivo a Torino si sarebbe costruita alle spalle del Regio Ricovero di mendicità, sito nell’attuale corso Casale. Il progetto seguiva il corso della valle di Reaglie e prevedeva un “foro” (galleria) di metri 1500, indispensabile opera a causa dell’insuperabile dislivello che l’altura comporta.

Della strada ferrata non si fece nulla, ma è bene considerare l’ambizione del progetto, dettato dall’intensificarsi dei rapporti tra la nostra città e la capitale.