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Gabriele Vacis presenta

 

La compagna Natalia

La compagna Natalia

Il romanzo postumo raccontato dal marito, il regista teatrale Vacis, e la figlia Giulietta

Nota di Gabriele Vacis

Attraverso l’amicizia tra due ragazze il ritratto di una generazione sul finire degli anni Sessanta nel corso di tre anni di scuola. Una educazione sentimentale e politica, una scoperta del mondo visto dalla periferia della città industriale popolata di immigrati, un manifesto dell’adolescenza dove fra Kerouac e Dylan Thomas, Linus e Bob Dylan ironia e dolore si mescolano, e fa irruzione la vita vera. La compagna Natalia è un racconto lieve e insieme profondo che coinvolge e commuove.
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Fine degli anni Sessanta, periferia torinese, una ragazzina, terminate le scuole medie, viene iscritta dai genitori a una scuola sperimentale per segretarie d’azienda, ospitata in un più grande istituto per periti tecnici, esclusivamente maschile e maschilista.
Ogni giorno quando arriva in classe trova seduta al suo banco, tranquilla e concentrata, una ragazza diversa dalle altre.

È la compagna Natalia, perfetta, forse per questo lei e le compagne tendono ad evitarla pur essendo, tutte, fortemente attratte dalla sua aura – appena poteva leggeva un libro bianco con delle righe rosse e i titoli neri, quasi fosse un vessillo.

Così, in quell’orizzonte di periferia, irrompe la compagna Natalia. Dapprima è un’amicizia tra due ragazze, e i modi spregiudicati dell’amica (arriva fino a baciare davanti a tutte il suo uomo-maturo e si fa esonerare dall’ora di religione) sono come un magnete e un contagio: un’amicizia che crescerà per i tre anni della scuola. Ma non solo, il vento del Sessantotto è arrivato anche in quell’istituto tecnico, lei diventerà una forza di emancipazione per tutte, destinata alla fine come tutte le avanguardie a un superbo isolamento. Ma la storia, che si esprime in questa amicizia totalizzante, è solo in parte quella della formazione di una giovane che impara «come gira il mondo».

Protagonista, inevitabilmente per via degli anni irripetibili di vorticosi cambiamenti in cui è ambientata, si trova ad essere una generazione; la parte femminile di questa generazione. Insomma si condividono i tanti episodi singolari che scandiscono le giornate di un gruppo di ragazze alle prese con le svolte cruciali della propria vita, e insieme si percepisce l’intero muoversi di quel tempo di rivolgimenti radicali, anche perché chi racconta in prima persona ha un temperamento e una autenticità capaci di trascinare fin dentro il suo sguardo i sentimenti, le emozioni e la sua naturale ironia. Un epilogo venti anni dopo («i miei morti mi mancano ogni giorno alle diciassette») dice alla fine come tante vicende sono andate a finire, svela verità nascoste e mostra certe ironie della vita.

Ma in tutte le parole di questa prosa da diario, straordinariamente coinvolgente, che sa cogliere il lato comico così come la commozione, senza espressioni stereotipate e artifici, e sempre musicale, è il presente di lei che emerge in tutta la felicità di esserci. Ed è questo presente che vuole rappresentare, rendendone il senso e le ragioni, Antonia Spaliviero in questo suo romanzo postumo.

Con il regista interviene Simonetta Sabaino

 
 


Sala Conferenze
Biblioteca Civica
via Vittorio Emanuele II 1 
venerdì 16 settembre 2022
ore 21
0119428400 - biblioteca@comune.chieri.to.it