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Case di Città, occasioni di condivisione
Case di Città, occasioni di condivisione


AREA CHANGING

Un percorso partecipato sulla rigenerazione urbana a Chieri

 

Le Case di Città

Le Case di Città sono strutture di proprietà comunale distribuite in differenti luoghi della città, diverse tra loro per storia e vocazione, ospitano attività di diverse organizzazioni del territorio e offrono a tutti i cittadini servizi e occasioni di fruizione culturale, di aggregazione, di incontro. Ispirandosi al modello virtuoso delle Case del Quartiere di Torino sono state individuate le seguenti Case di Città “pilota”:

 

Le 52 associazioni insediate in questi spazi sono state coinvolte in momenti di confronto e co-progettazione con l’obiettivo di creare un'identità collettiva, individuare modalità e strumenti di coordinamento comuni e valorizzare non più le singole attività ma un programma condiviso, trasformandole in poli di riferimento per la comunità chierese.

Centro Giovanile Arka


Il percorso di accompagnamento ha portato alla realizzazione del Regolamento e la Carta di Servizi del neo nato Centro Giovanile Arka, grazie alla collaborazione delle cinque associazioni insediate all’interno dell’Area Caselli.

 

Alla Cittadella del Volontariato il processo partecipativo ha portato ad un prima definizione di identità comune: una vera scommessa per uno spazio abitato e vissuto da più di venti associazioni e realtà del privato sociale!
Nel pieghevole realizzato in occasione dell’AREA Festival dei Beni Comuni (2018) la Casa di Città si presenta al territorio come uno spazio dedicato all’incontro, alla solidarietà e alla costruzione di welfare urbano.

Le realtà associative, inoltre, hanno siglato tra loro e con il Comune di Chieri il Patto di Buon Vicinato per la gestione condivisa e la cura dei beni comuni della Cittadella, che si ispira ai principi del Regolamento dei Beni Comuni. Il Patto sancisce gli impegni reciproci riguardo la cura delle parti comuni e la gestione di servizi e strumenti condivisi e definisce l’istituzione di un tavolo di cogestione di cui fanno parte tutte le associazioni firmatarie.


 

 

Nel caso del Complesso di San Filippo la fase di mappatura fa emergere l’esigenza di ripartire dalla revisione dell’assegnazione degli spazi per introdurre una gestione più condivisa degli spazi comuni.