Il patto di condivisione è lo strumento che si utilizza per definire le modalità di cura e gestione del bene comune.
In altre parole, è l’accordo tra cittadini attivi e il comune.
Il patto è uno strumento bidirezionale: da un lato l’Amministrazione valuta le proposte che arrivano dai cittadini attivi e dall’altro può essa stessa individuare delle aree di particolare interesse pubblico e promuovere delle manifestazioni d’interesse
Sono tutti i soggetti, singoli e associati (gruppi strutturati e non) che si rendono disponibili – per periodi di tempo definiti - ad individuare, curare e gestire un bene comune.
I cittadini attivi possono essere:
Le azioni che si possono portare avanti nell’ambito dei beni comuni sono di due categorie:
Generalmente, a queste due categorie di azioni corrispondono due tipologie di patti: il patto tipico e il patto atipico.
Il primo ha come oggetto interventi di cura e gestione di modesta entità.
Il secondo si riferisce a beni comuni di elevato valore storico e culturale o con dimensioni economiche significative. Ne consegue una maggiore complessità dell’iter procedimentale, in cui è coinvolto anche il livello politico (giunta comunale).
Come si presenta una proposta di patto?
Le attività svolte nell’ambito dei patti di condivisione sono coperte da polizza assicurativa per danni recati a terzi e polizza infortuni.
I cittadini attivi vengono riconosciuti in quanto “volontari” perché l’attività di cura dei beni comuni non si configura come prestazione lavorativa ma di collaborazione con il Comune.
Una volta firmato il patto si procede alla vera e propria cura e gestione del bene comune. Nel tempo queste attività sono oggetto di valutazione e monitoraggio al fine di migliorare sempre gli interventi di interesse generale e mantenere un dialogo aperto tra cittadini e comune.
Il
presente modulo deve essere compilato al termine di ogni anno solare.