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OPERE PUBBLICHE


PIAZZA CAVOUR

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Piazza Cavour: 'l Comerci

 
 

Come tutti i grandi slarghi presenti nelle città, anche Piazza Cavour fu sede prescelta per i mercati chieresi.


Mercato dei bozzoli

Fiorente fin dalla metà dell'Ottocento era un mercato molto particolare soprattutto per le rigorose modalità in cui doveva essere svolto. Si svolgeva da metà giugno a metà luglio, apriva alle quattro del mattino e non era ammessa la presenza di intermediari, ma solo quella dei sensali giurati che, per legge, dovevano conoscere perfettamente le prime tre operazioni dell'aritmetica, essere onesti e di buona reputazione.
Inoltre, dovevano categoricamente attenersi ad un codice comportamentale che consisteva nel ripetere ad alta ed intelligibile voce le cifre del peso e del prezzo della merce.

Severamente punite le pratiche disoneste come:
- vendere l'attesa partita a più compratori intascando la caparra;
- mescolare bozzoli di differente qualità
- imbrogliare sulla atara dei recipienti

Il mercato dei bozzoli fu abolito agli inizi del '900.

Mercato dell'uva e del bestiame

Un altro mercato stagionale era quello dell'uva in "casse, ceste, corbe, mastelli deposti a terra".
Partiva dall'angolo con la chiesa di Sant'Antonio e si prolungava su via Palazzo di Città, mentre in piazza Dante c'era l'uva negli “arbi”, grandi contenitori trasportati su carri.
Altro appuntamento imperdibile nell'arco dell'anno era quello del bestiame che, per ragioni di spazio, aveva traslocato dalla piccola piazza IV Novembre, nota come “mërcà dij beu” (mercato dei buoi).
Guardando verso San Bernardino, sul lato destro erano allineati i buoi da lavoro o da macello, mentre sul lato opposto si vendevano vitelli e vacche, oltre a maiali, capre, pecore, cavalli, muli.
Una popolazione animale così eterogenea causava anche inevitabili inconvenienti, tanto che all'inizio del Novecento il mercato zootecnico traslocò in piazza Dante.

Curiosità

Due guide commerciali del secolo scorso elencano le merci in vendita ogni settimana sulle varie piazze della città: nel 1910 in piazza Cavour si vendevano frutta all'ingrosso in genere, fragole e uva, mentre nel 1928 si ammise la vendita di stoffe, tessuti e chincaglierie, ma solo se non ci fosse stato spazio a sufficienza in via Carlo Alberto e in piazza Mazzini.