Ghetto Ebraico


Il gruppo di edifici costituisce un motivo di forte interesse culturale perché si tratta di dimore signorili dei secoli XIV-XV, in una delle quali fu alloggiato con il seguito il re di Francia Carlo VIII di Valois nel 1494 e nel 1495, durante la sua avventurosa spedizione militare in Italia. Su tale soggiorno molto si è fantasticato, infatti lo scrittore Luigi Gramegna scrisse il romanzo "La sibilla del re. Racconto storico. La calata di Carlo VIII (1494-95)", pubblicato negli anni Venti del Novecento. Il cortile del civico 8 dà adito al salone, ornato di dipinti sul soffitto a cassettoni, che forse ospitò il sovrano. Dal 1724 al 1848 (salvo 1800-1814) il complesso ospitò gli ebrei di Chieri, in un recinto o ghetto dal quale non si potevano muovere liberamente dopo il calar del sole. Tale comunità, presente dal primo Quattrocento, fu soppressa verso il 1917. Il luogo della sinagoga, di proprietà privata, è situato sul ballatoio, dal quale si scorgono dipinti murali di stile neogotico della fine dell'Ottocento, non restaurati. Il mobilio venne trasferito nel dopoguerra a Torino, e poi sistemato nella sinagoga inferiore del capoluogo regionale. La scala incassata che porta ai piani superiori è un suggestivo esempio di convivenza di archi gotici e a tutto sesto. I pilastri del lato sud sono un esempio molto raro di porticato a Chieri. Nel salone ha sede una galleria d'arte specializzata in incisioni. Il resto del complesso ha carattere residenziale. La casa al n. 6 della via è stata riprodotta nello splendido Borgo medievale di Torino, eretto nel 1884 per l'Esposizione Italiana" nella sezione di Arte Antica (è nota come Casa del "Rabbino").

 
 
 
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